Buona Domenica. Anche se in ritardo rispetto al solito, ecco a voi la recensione della nona puntata a cura di Cisco. Per lui sarà l'ultimo commento del 2017, dopodiché, per quanto per nulla entusiasta della settima stagione, tornerà sempre arzillo, pimpante e pronto con i suoi dardi verbali nel momento stesso in cui terminerà lo hiatus invernale. Sull'onda della recente uscita del nuovo episodio della saga di Star Wars, Cisco ha sentito ancora di più il dovere di immedesimarsi in quell'universo (e galassia) che tanto ama, quindi sappiate che nemmeno questa volta la puntata si è salvata dai fendenti della sua spada laser rossa, emblema del Lato Oscuro. Siete avvisati. Buona Lettura. Quando si recensisce un episodio in questo particolare periodo, l’adagio/solfa imporrebbe di essere tutti più buoni. Sfortunatamente nemmeno l’omone con la giubba rossa e la barba bianca riuscirebbe a togliermi la soddisfazione di fare uso della mia linguaccia nel recensire la mia ultma puntata del 2017, e soprattutto nell’esprimere quello che sarà un giudizio generale su questa prima parte della settima stagione. Una doverosa premessa: dal momento che questa recensione esce in differita rispetto alla messa in onda del winter finale, i fatti verranno presi in considerazione senza tenere conto di quanto già accaduto nella nuova puntata. Stranamente, per una volta, ho trovato leggermente più interessante il flashback rispetto alla vicenda presente, che invece si è rivelata piuttosto lenta e, come di consueto, con troppi elementi raccattati direttamente sul viale dei ricordi. Con “leggermente più interessante” leggasi, però, “non assolutamente e completamente inutile e strascicato come in passato”. La vicenda è stata generalmente statica, finalizzata, anche giustamente, ad inquadrare meglio il rapporto tra Rapestronzola – o Tremaine, o come si vuole, tanto la stronzaggine rimane comunque il primo movens della sua personalità-, le figlie e la pazza roncia che oltre a rovinarle la vita, un giorno le avrebbe preso le sembianze per farsi mettere la pagnotta nel forno dal primo pirata tonto di passaggio. Che la milfona nemica giurata di Giacintola fosse in realtà la ragazza dai capelli formato Rotoloni Regina per la verità non era così scontato, specialmente per il fatto che le due attrici si somigliassero ancor meno di quanto Patty Pravo sembri la se stessa dei tempi precedenti alla trasformazione in Fantomas. Ad ogni modo è estremamente, troppo, canonico il solito mostrare la cattiva del momento come una povera anima bistrattata e sofferente, che invece di farsi spuntare gli attributi si rifugia nel comodo cantuccio del male e del rancore. Non che la donna vada biasimata. Anzi. Per la verità penso di aver vissuto una delle rarissime occasioni in cui la sofferenza del villain mi abbia trasmesso un minimo di empatia, se non altro perché la poveretta, scampata alla sua altissima e scomodissima prigione, torna da una figlia con un broncio da schiaffoni e da un marito che pur avendo certamente il diritto di risposarsi con una insipidissima nobildonna – i cui geni si sono trasmessi in toto alla figlia, a conferma del detto sul frutto e sulla pianta-, di certo poteva evitare di tenersela in casa come cameriera giocando pateticamente alla famiglia allargata. Già sono situazioni parecchio delicate nel nostro mondo e tempo, figuriamoci in un setting fiabesco pseudo-medioevale in cui i diritti delle donne -e del decoro- manco sapevano dove stessero di casa. Insomma, probabilmente qualunque esponente del gentil sesso non avrebbe del tutto torto il naso alla decisione di Rapestronzola di rifilare una bella spremuta di porcino – riciclato anch’esso direttamente dalla quinta stagione, ma dopotutto è stato un autunno gramo per i fungari- alla nuova moglie del marito poligamo. Che poi la donna passata al lato oscuro abbia, in seguito, passato il grembiule e lo spolverino alla figliastra è stata comunque una carognata, nonostante la stupidità della ragazza – che pensa bene di farsi una corroborante passeggiata su uno strato di ghiaccio spesso un centimetro- sia costata la vita, e la pubertà, alla figlia numero uno, di nome e di fatto. Insomma, la verdura fa crescere forti ed è un toccasana per il sistema immunitario, peccato che per colpa di due tristi ravanelli una biondina tanto dolce si sia trasformata in un’altezzosa cattiva uscita da un film degli anni Ottanta, e che una bambina già odiosa e viziata si sia diventata, se possibile, anche peggiore per via di un vittimismo un po’ troppo di comodo. In quel di Hyperion Heights si consumano invece le stesse vicende, che come da regola culminano in un tripudio di enorme originalità e inventiva. Prima di questo, Tremonio come sempre si diverte a giocare allo gnorri, che ne sa sempre una più del diavolo – e infatti lui al signore dell’inferno ci è pure sopravvissuto- per quanto debba comunque portare la propria personale croce, o nel suo caso un pugnale ondulato. Purtroppo, però, dell’esistenza stessa del famigerato pugnale, per la verità, si iniziano ad avvertire i sintomi di una qual certa pesantezza e ripetitività a livello narrativo, mentre per quanto riguarda il ricordo del fu Baelfire, ogni riferimento e omaggio non è mai abbastanza. Piuttosto irrilevanti, invece, le comparsate del detective monco – che da copione, tanto, è sempre sul piede di guerra con la coccodrillesca nemesi, pur essendoci, di nuovo, avvisaglie di disgelo- e ancora di più quella della Cenerentola meno fiabesca della storia, ormai entrata ufficialmente nelle aspre, ma noiose, acque del triangolo amoroso, insieme allo scribacchino discendente di mezza Foresta Incantata e all’arrampicatore di piante troppo cresciute. Per quanto ci provi, questa versione dell’iconica principessa non sembra essere in grado di emergere, forse troppo concentrata – ma non tanto lei, ma i tizi che così la scrivono- di apparire come l’emula della bis-suocera e della suocera, salvo fallire nell’esprimere emozioni convincenti nel momento in cui la prole crolla a terra in catalessi esattamente come decadi -?- prima il marito venne colto da un improvviso malore nell’addentare un dolce farlocco. Abbiamo altre situazioni da riproporre, già che ci siamo? Per evitare, a questo punto, di scrivere un pezzo ben più lungo della letterina a Babbo Natale, mi concedo la faccia tosta di esprimere un giudizio il più possibile conciso su questa prima tranche di puntate. La verità è che è stata una fatica, sia guardare le puntate sia sbattere il volto sulla tastiera nel tentativo di scriverci sopra qualcosa – specialmente di positivo-. Questa stagione semplicemente mi rifiuto di accostarla a Once Upon A Time, di considerarla parte dello stesso universo, sia per quanto riguarda la storia in sè sia per quanto riguarda tutta quella sfera emozionale che a questo show mi legava. Qualcuno potrebbe – giustamente- essere in disaccordo, ma visto che in questi giorni di follia collettiva il web ribolle di lamentosi che esprimono tutto il loro ribrezzo nell’annoverare Gli Ultimi Jedi nel canone di Star Wars, il sottoscritto si sente di fare lo stesso con questo show, di cui è stato pure un grandissimo fan. “Bisogna guardarlo e considerarlo come uno show diverso”, pontifica qualcuno. In quel caso, quindi, direi che si tratta di una serie bruttina, scopiazzata maldestramente da un prodotto che, ai tempi, era di fatto uno dei migliori in circolazione. Il fatto che poi alcuni personaggi storici – piacessero oppure no, a me sì e tanto- che riuscivano a trasmettermi qualcosa – e anche di più- non vengano quasi nemmeno doverosamente citati mi spinge maggiormente ad essere vicino a detestare questo settimo capitolo di casa ABC. E la ciliegina sulla torta che mi fa desiderare di farmi nove ore di volo fino nel continente americano per fare stragi è il ritorno di un personaggio, l’unico che non doveva tornare, l’unico che mi ha sempre maggiormente irritato all’inverosimile – e non ho intenzione di sprecare lettere per scrivere il nome di colei che niente può, a parte frignare e rimanere impunita per le porcate compiute- e di cui non ho mai capito l’affetto di alcuni fan, un personaggio talmente macchietta e talmente piatto che già basterebbe questo a farmi prendere congedo una volta per tutte in vista del suo ritorno, che spero sia breve. Di sicuro il fegato ne gioverebbe. Eppure i fattucchieri sono duri a morire – e chi si guarda OUAT questo lo sa bene-, pertanto debbo annunciare la triste novella che io stesso sarò di ritorno in primavera, di certo non smanioso per la nuova metà di stagione, ma almeno forse riposato e pronto –chissà- ad affrontare un nuovo calvario. Insomma, sono disposto a sopportare un’altra decina di puntate. Non chi invece spoilera Star Wars, che tuttavia è un‘altra storia, di una galassia lontana lontana… in tutti i sensi. Buone Feste a tutti quanti.
SKADUSSSSSSSHHHHHHH
0 Commenti
Lascia una risposta. |
Archivio
Novembre 2016
|