Bentrovati Oncers dei nostri cuori rattrappiti dal colpo della Strega! Temevate/credevate (o,forse,vi illudevate?) che avessimo appeso scopa e forcone al chiodo arrugginito dalle polemiche per l’inatteso rinnovo di Ouat, sul quale neppure la Snai sotto casa avrebbe mai scommesso un penny,nevvero? Invece,eccoci qui: l’armata Bracastregone inaugura una nuova stagione di streghensioni, alternate come il Rhythm and blues. Anche quest’anno,infatti, sul “trono delle maliarde” ci siederemo a turno (premiere esclusa), così da scongiurare il pericolo che, dall’emozione di rileggerci,vi prenda una sincope come al Jamie Fraser di Outlander e finiate lunghi sul pc. Alla faccia dei bisbetici tronisti della HBO che hanno impiegato sette anni per riunirsi (la scampagnata tibetana di Brad Pitt ammosciava di più,ma durava di meno) pur di contendersi di persona una sedia,mentre il cugino di settimo grado di Tremo dal lato paterno,all’ anagrafe Re della Notte, inceneriva il vallo di Adriano con una sola fiammata del drago bianco occhi blu. Ma questa è un’altra poracciata,quindi passiamo ai fatti nostri perché come dice il detto: “nani e buoni,dei reami tuoi”. CHI BEN COMINCIA... E CHI NO. Cisco Decido di inaugurare questo nuovo, poco entusiastico e svaccatissimo commento con una candida confessione: fin dall’annuncio dell’inverencondio taglio del cast, avvenuto anzitempo rispetto al finale della scorsa stagione, passavo dalla rabbia all’amarezza in tempo record finchè, cagionato dalla pesantissima sessione estiva, è subentrato un assoluto disinteresse e oblio per questa nuova, e per quanto mi riguarda, non richiesta stagione. Tanto che ho dovuto strenuamente lottare contro queste sensazioni quando, non più tardi di pochi giorni fa, ho raccolto il coraggio e mi sono messo davanti allo schermo del computer per sorbirmi la nuova trovata dei perfidi autori – mi rifiuto di chiamarli ancora “geni”- di Once Upon a Time. E in parte ero abbastanza contento e rassegnato: avrei guardato e in seguito commentato –mi sono detto- con assoluta indifferenza, e perciò con grande distacco emotivo, privo sicuramete di quella passione che nel bene e nel male questo show mi aveva sempre regalato, ma anche del fardello di affilare la lingua per difendere fervidamente ciò – e chi- non mi aveva permesso in sei anni di fare i bagagli e dire addio. Appena iniziata la puntata ero talmente zen da non vedere l’ora di chiedermi tutto tronfio “ma che cosa sto guardando? Questo è Once Upon a Time?”. Mi sarei risposto di no, che avrei visto qualcosa di talmente snaturato e diverso da essere immune alla rabbia – anche se, magari, non alla noia-. La risposta quindi sembrava scontata e banale. E invece mi sono dovuto ricredere. Sì. Questa è proprio Once Upon a Time. Purtroppo. Con orrore mi sono ritrovato a guardare una copia sputata e assolutamente patetica di quello che fu, nel lontano ottobre 2011, l’inizio perfetto di uno show sensazionale. Le similitudini sono talmente tante – troppe- da rendere ancor più imperdonabile, almeno per quanto mi riguarda, questa nuova stagione. Forse me lo dovevo aspettare da autori che non hanno fatto altro che propinare in svariate occasioni la stessa tiritera, una su tutte la maledizione dello sfratto interdimensionale con tanto di lavaggio cerebrale. Ma di certo l’ultima cosa che mi sarei aspettato sarebbe stata una tremenda fotocopia come questa, un’assoluta mancanza di coraggio creativo e/o narrativo che ha lasciato invece il posto a un copia-e-incolla spietato, asservito – e sai che sorpresa- al solito bieco fan service. Tanto che è persino inutile riepilogare la puntata: basta vedersi il pilot e qualche altro episodio della prima stagione per avere un’idea più o meno sintetica di quello che è stata questa premiere. Cominciando da Henry- finalmente svezzato- che si trasforma nell’esatta copia della fu madre dai capelli biondi. Mancavano solo il seno e la giacca di pelle rossa. Invece si è pensato di riciclare un abito smesso di un nonno a caso, direttamente dalla 3x10- ri-vedere per credere-, e di metterglielo addosso con tanto di scollatura tamarra sul davanti, forse pensando che nessuno se ne sarebbe accorto, o che al limite qualche fan nostalgico avrebbe scucito un sorriso. No grazie, mi vien da dire. Già lo dissi una volta: riciclare fa bene al pianeta, non a Once Upon a Time. Un simile tipo di “emulazione” viene poi applicato alla nuova principessa fuorilegge della storia, guarda caso una ragazza – peraltro ancora piuttosto anomina come personaggio- orfana e sul piede di guerra con la matrigna, e che nel primo incontro-scontro con il suo true love tira allo sfortunato e sbavante giovincello un cartone in pieno volto. Insomma, la prima storia d’amore dello show è nuovamente vittima di plagio al fine di creare la nuova coppia di punta. Così come assolutamente scopiazzata è stata la prima, vera e storica villain. La nuova virago viene fuori come un confuso miscuglio tra la sindaca Mills – con tanto di tailleur provocanti, tacchi vertiginosi e spocchia di contorno-, Tremonio lo sterminataore di fate madrine e, pur non vestendo Prada, Miranda Priestley che già prima di arrivare in ufficio riesce a mandare ai pazzi gli sfortunati dipendenti. Peccato che questa nuova milfona –questo lo ammetto - non possa nemmeno lucdare i tacchi né alla Mills né alla Priestley, e che sappia di già visto e rivisto. L’unico nuovo personaggio che probabilmente è riuscito lievemente a convincermi è l’ultima arrivata della famiglia disfunzionale, pur essendo in tutto e per tutto, anche lei, l’esatta copia del padre anni prima – una ventina? difficile come sempre capirci qualcosa dei tempi e dell’invecchiamento cellulare in questo show- nel momento in cui inizia a scartavetrarla a tutti con i suoi vaneggiamenti sulle maledizioni e la matrigna cattiva che, oltre a rovinare la vita a mezzo mondo, ne vuole l’affidamento esclusivo. Altro che déjà vu. Almeno questa nanerottola riesce a farmi simpatia tanto da non farmi schierare dalla parte di coloro che sempre e comunque decidono che se in televisione appare un bambino, questo è automaticamente antipatico. E infine, ahimè, si arriva agli unici che, a prescindere dalla logica dei contratti, sono stati risparmiati dalla potatura del cast originale, perchè guai a disfarsi pure di loro. Forse nella pianificazione della nuova stagione si è volutamente optato di mantenere alcuni personaggi che rendessero riconoscibile – e secondo loro, ancora guardabile- lo show, salvo comunque, come detto prima, fare l’esatto calco della prima stagione in termini di dinamiche e circostanze. Erano quindi indispensabili le nuove versioni di Tremonio, della Regina delle Lacrime e di Capitan Findus? Non a me. Specie perché, almeno in questa premiere, non mi hanno trasmesso nulla, tantomeno la nostalgia. Mi hanno solo trasmesso l’idea di tre personaggi che, dopo sei stagioni, essendo diventati “stanchi” e senza più nulla da dire – il che andava benissimo così – sono stati resettati giusto per giustificarne la presenza in un contesto in cui sembrano stare stretti e scomodi. Perché dopo tutti questi anni l’immagine che si aveva di loro era ben delineata in relazione all’ambiente in cui si muovevano – Storybrooke, probabilmente saltata per aria- e alle persone con cui interagivano – o morte o peggio, e saprei già su chi puntare-. L’unico che forse, per adesso, sembra fedele all’originale è la versione dark-Montalbano di Tremo, che quantomeno si fa riconoscere per non essere un pavido agnellino. Se siete sopravissuti fino a qui nella lettura e non avete deciso di scomunicarmi immantinente dall’ecumene degli Oncers – di cui peraltro non mi sento più molto appartenere, quindi non mi offenderei- rassicuratevi: non mi esprimerò sulla trama. Intanto perchè questo è solo l’inizio e poi perchè, ad un tempo, non è successo nulla e non è successo più di quanto già visto nella prima stagione, e non solo. Unitamente alle inspiegabili tempistiche e ai personaggi che sembrano incapaci di invecchiare, questa trama è avvolta nel mistero. Un mistero che, per quanto mi riguarda, coincide con la sua stessa esistenza. Tuttavia, consumando immani dosi di caffè, ma fedele al mio dovere di fattucchiere, continuerò questa “avventura”, almeno fino al punto di rottura. Per il momento, tuttavia, la mia opinione sulla puntata, e sull’idea stessa della stagione, non può che essere una. SKADUSSSSSSSHHHHHHH BEAUTIFUL(?) TRAUMA Fabiola There are problems that want to be solved We are Oncers that need to be loved We were willing,we came when you called But then you fooled us, enough is enough What about us? What about all the times you said you had the answers? What about us? What about all the broken happy ever afters? What about us? What about all the plans that ended in disasters? What about love? What about trust? What about us? Se non esiste una frase perfetta per cominciare questa recensione, eccetto le strofe prese in prestito da Pink e rieditate, è soprattutto perché non esiste una definizione calzante per Hyperion Heights, il da me medesima ribattezzato “spinobot” ufficiale di Once upon a time; dove spinobot non si riferisce all’autobot sfigato non accreditato nel recente Transformers 5, ma alla singolare circostanza che questa settima stagione sia un ibrido telefilmico tra uno spi-off e un reboot. Come Balto, certo solo di quello che non era, Le Avventure di Henry e Cindy nella terra dei reset non è né l’uno né l’altro, poiché uno,nessuno,centomila imbrogli assieme, coi suoi qualcosa di nuovo (i protagonisti), qualcosa di vecchio (il monco,la barman e Tremonio), qualcosa di prestato (l’eredità della S1, ratings esclusi), qualcosa di rubato (al Diavolo veste Prada feat. Ricatto d’amore), qualcosa di blu (i giacinti). In verità, vi scrivo: elaborare le luttuose “novità” ha richiesto fino all’ultima stilla dello hiatus, una corazzata di buona volontà contro l’istinto di sopravvivenza e i pronostici scoraggianti, nonché la propensione all’accanimento terapeutico; ma non riuscirci avrebbe rappresentato una contraddizione in termini,perché la mia libreria non strariprerebbe di libri se mi fossi rifiutata di comprarne di nuovi per via della trama non del tutto convincente oppure avessi cestinato quelli già letti poiché mi avevano delusa. Bisogna prendere il tempo come viene, gli uomini per cosa sono, le cose per ciò che valgono, e Ouat non fa eccezione. Dopotutto quando il gioco si fa duro,quei grulli dei duri cominciamo a giocare,mentre le Streghe tirano fuori la mazza-cioè la biro-pesante. Nell’incipit di questo primaticcio revival, Enrichetto, come sua madre prima di lui,parte alla ricerca della sua storia,cioè di un dramma cucitogli su misura (ma solo Manzoni prendeva sul serio l’onniscenza esterna del mestiere d’Autore,consistente nello spiattellare gli affari degli altri, facendosi gli affari suoi?) con solo uno zaino in spalla, mentre il normo-Erasmus si rassegna ai supplementi usuranti di Ryanair per i bagagli in eccedenza pur di portarsi da casa lo “stretto indispensabile”. E qui,spalanchiamo una parentesi(la prima in ordine di apparizione). Se la premessa dei Viaggi di Gulliver 2.0uat è la scoperta dell’esistenza di ulteriori versioni pezzotte dei nostri fiabeschi idioti,perché non hanno invitato Fantaghirò ad unirsi alla grande ammucchiata? Se trash chiama trash,perlomeno quello nostrano ha generato un semprverde Tarabas! Dopo diversi anni passati ad inquinare la FTL con la sua sfiata-fumo, che probabilmente andrà a caffé anziché benzina,sennò non si spiega come abbia macinato i chilometri serviti a trasformarlo in un manzo senza una Agip nei dintorni, Renegade investe la Cenerella latina che prima vola come una colombina veneta e,poi,si schianta contro un ecologico airbag di giacinti. Non potendosi scambiare le generalità dal momento che i sinistri stradali e le truffe assicurative non esistono nella FTL, il Vero Credulone offre uno strappo per andare al ballo alla sguattera ripulita che,scroccata pure una lezione di guida non retribuita, lo ringrazia con un sonoro k.o tecnico,perché le signore Charmings sono incapaci di dimostrare altrimenti il proprio affetto(o sfogare la tensione sessuale). Giunti alla festa danzante,mentre oramai pregustavamo il debutto di Enrichetto in un triangolo amoroso,ecco il colpo di scena: Cenicienta il Principe non lo vuole sposare,bensì accoppare con lo stiletto personalizzato di VC(=vero credulone,non la toilette)! Com’era prevedibile,tuttavia,il lavoretto lo porterà a termine la Matrigna che ci ha provato come la Brexit sia solo un fuoco di paglia,essendo i villain di questo show quasi tutti made in England. Apriamo la seconda parentesi. Avendo resettato la fiaba di Cenerentola e presentataci solo una delle due sorellastre (Drizella,la cui vocazione da centralinista risiede nel nome che ricorda il drin,drin del telefono) perché non insinuare che la Anastasia di questa versione fosse la Regina Rossa,così da riesumare dalle ceneri della cancellazione Ouat in Wonderland e risolvere l’ennesima questione irrisolta,lasciata in sospeso dall’infruttuosa partecipazione del Fante nella S4? Mandandola dallo stesso parrucchiere della Strega Cieca,la ex Alice sarebbe parsa altrettanto inquietante come la sua omonima,rimanendo il suo sodalizio con Tremo il principale-almeno per me-motivo di curiosità nei suoi riguardi. Zompiamo nel presente,dove ritroviamo Enrichetto scrittore di belle speranze,ma chauffer di poche sostanze,la cui opera prima “I diari della Motocicletta- fairy edition” si è rivelato un flop,alla stregua delle scorse stagioni di Ouat. Rintracciato dalla sua assai-più-scaltra-di-lui-alla-sua-età-figlia Lucy (non a caso è femmina ed è la bisnipote di Tremo) viene trascinato ad Hyperion Height,un rione di Seattle, soleggiata nonostante si tratti della micidiale giurisdizione di Grey’s Anatomy nella Shondaland, dove il sortilegio numero 987654321 ha sfrattato non sappiamo quanti e quali personaggi delle fiabe che credevamo di conoscere,bla,bla,bla,finché Victoria Belfrey non si è resa conto che per emulare Miranda Priestley e Margaret Tate era necessario tiranneggiare poveri stagisti nel nostro mondo. Una cattiva senza accessori ingombranti come la piccola tragica storiellaa comune ai villain dello show, che,tuttavia,ha rivelato già una falla –di logica- nel suo machiavellico piano: se,infatti, ha traslocato nello stato di Washington i fairytalians smemorati con l’intenzione di disperderli,chi dovrebbe farsela nella mutande dalla paura di averci a che fare? Seriamente,rischiava di restare da sola con Drin Drin Drizella,sulla quale per ora sospendo il giudizio,rammentandomi troppo una Reginella non ancora emancipatasi da Cora. Non mi dilungherò nel riassumervi il carosello di peripezie-e sfighe-del presente marchiato dal ladrocinio, perché se le sovrapponete con quelli del pilot combaciano quasi alla perfezione. E qui penzola l'ago della bilancia tra il "diamine,si,mi ci butto" e "manco morto/a ci ricasco". Questo spinobot è, in effetti, l'ideale revival che avremmo rivisto volentieri a distanza di anni, quando l'insoddisfazione per ciò che non era stato e la nostalgia per ciò che non era più avessero decantato a sufficienza da placarsi ed avere voglia di prenotare una vacanza nel Maine. Se siete Oncers vecchio stampo come la sottoscritta, il pesante-incancellabile- legato tramandato dalle scorse, imperfette stagioni è il maggiore sprono a proseguire la visione della serie, ma al contempo il ricordo che dovete rimuovere se intendete godervi questo seguito; se,invece, siete Oncerini di primo pelo,allora, il fardello della memoria magari non condizionerà il vostro giudizio, ciononostante per restare dovrete affidarvi esclusivamente alla prima impressione, sintetizzabile con le parole-riadattate- dell' indimenticabile ed indimenticata Anna Magnani: "Come definirlo -questo show? Caruccio. Si piange anche per quelli carucci, intendiamoci, ma sono lacrime di mezza lira". Aspettando di scoprire come Enrichetto abbia potuto ricaricare il cellulare nei boschi,vi do' appuntamento alla prossima! TIME TO SAY GOODBYE
LittleFrancy Once Upon a Time: Nuovi arrivi, ma anche tanti addii. Bentornati miei carissimi oncers, è tornato Once Upon a Time e ,con esso, siamo tornate pure noi Streghe. Mi fa piacere che,per il sesto anno consecutivo, siamo qui a tenerci compagnia. Quando, lo scorso anno, ci siamo lasciati, vi avevo detto che, probabilmente, ci saremmo salutati perchè il telefilm rischiava la chiusura. Non c'è stato quel pericolo, ma ci dobbiamo congedare ugualmente. Almeno con me. Mentre le mie sorelle e colleghe Streghe continueranno a dilettarvi con i loro commenti (spero che ,quest'anno, non berranno troppo acido di serpente) tutte le settimane, noi dobbiamo,purtroppo, salutarci. Questo, sarà un anno molto difficile per me, quindi ho dovuto prendere una scelta piuttosto difficile. Nonostante vi adori tutti, uno per uno, nessuno escluso, non posso più rimanere costantemente quindi, questo qui, sarà il mio ultimo commento (salvo qualche,possibile, apparizione da guest star, in perfetto stile Emilie De Ravin). Ma prima di passare alla parte strappalacrime, concentriamoci su questo nuovo pilota...ehm, premiere di Once Upon a Time. Ne avevamo già parlato lo scorso anno, ovvero che buona parte del cast stava per migrare verso nuovi orizzonti, quindi non sarebbe stato presente, fatta eccezione per Lana Parilla, Colin O'Donoghue e Robert Carlyle. Questa premiere è stata come la prima puntata di un'edizione del Grande Fratello, in cui sappiamo già che vedremo delle trashate assurde, ma che ci annoieremo pure. Nonostante l'assenza della Marcuzzi o della Blasi, il modus operandi è stato uguale: Brevissima introduzione dei nuovi personaggi. Molti hanno paragonato questo episodio al pilot e ,sì, in effetti, richiama molto l'inizio ma, sotto molti certi aspetti, mai affermazione fu più falsa. Il pilota (vero) ha introdotto egreggiamente la storia e i personaggi che, ai tempi, erano molto meno rispetto a quelli che sono stati presentati qui. Già dal primo episodio, gli sceneggiatori avevano messo in chiaro, come un manifesto politico, i punti che avrebbero toccato nel corso della serie: Bianca Neve e consorte che si sposano e hanno una figlia, Emma, che è l'unica che potrà salvare il regno delle fiabe dalla terribile maledizione della regina cattiva, che ha rinchiuso tutti in una cittadina del Maine, Storybrooke, in cui hanno scordato chi sono veramente. Ma la premiere del reboot, invece, non ha fatto altrettanto. L'episodio è stato, più che altro, un susseguirsi di presentazioni dei nuovi (e vecchi) personaggi, in perfetto stile reality, senza dare molte spiegazioni. Okay, è anche vero che, per grandi linee, hanno ripreso le stesse tematiche della prima stagione e che i pezzi del puzzle verranno incastrati nel corso della stagione, ma è anche vero che non si può fare un episodio senza un collante logico. La puntata si apre con la piccola Lucy che va da Henry e dice di essere la figlia, poi un flashback del passato sull'incontro (random) tra Cenerentola 2.0 e la versione più matura di Henry. L'unica vera spiegazione, la otteniamo all'apertura, quando il giovane Henry dice di voler viaggiare tra i reami dei vari mondi di magia per scoprire il suo vero sé. Da qui in poi, personaggi che si incontrano senza una vera spiegazione logica, vecchi personaggi con nuove personalità che, dal nulla, guardano immagini di un libro di fiabe... Insomma, una serie di scene collegate tra loro con lo scopo di farci conoscere i personaggi fin dal primo episodio. Il risultato? Non siamo riusciti ad apprezzare Lady Tremaine come abbiamo fatto,sin dal primo momento, con Regina. Non abbiamo provato simpatia per Jacinda/Cenerentola come lo abbiamo fatto con Neve. In una cosa sono riusciti abbondantemente: Hanno reso Lucy persino più antipatica e petulante del “piccolo” Henry. A parte spiegazioni temporali inestistenti, dei nuovi personaggi mi hanno incuriosito Genoveffa e Alice. Proprio quest'ultima potrebbe rivelarsi una fonte di sorprese. Mi è piaciuta, già dallo scorso luglio, l'idea di inventarsi mondi molteplici di fiabe con versioni differenti dei diversi personaggi e delle storie fiabesche. Questo,infatti, serve a giustificare il “nuovo” Jafar, presentato lo scorso anno, così come a dare una giusta chiusura a Wonderland. Non apprezzo molto Jacinda/Cenerentola, ma mi piace il fatto che sia più cazzuta della versione precedente, così come mi piace che sia latina. Non mi va,invece, impazzire l'idea di un quartiere fiabesco, piuttosto di una cittadina. Per grandi linee, l'episodio non è stato brutto ma ,per essere una premiere, non ha avuto nessun momento saliente ed è servito solo come apripista ad una stagione che, spero, possa divertirci e farci emozionare con in passato. Credo fortemente in questo telefilm e ,nonostante tutto, sono convinto che il reboot fosse necessario per dare una ventata di aria fresca alla serie e ,sopratutto, per permetterle di continuare ad andare avanti a lungo (ascolti permettendo) in onda. Il mio voto è un timido 7 di di incoraggiamnto, nella speranza che quest'anno ci possano regalare episodi epici come è accaduto nelle prime stagioni. Miei cari Oncers, è giunto il momento dei saluti. Chiudo questa recensione dicendovi che ho amato tantissimo scrivere il mio personalissimo parere sui vari episodi di OUAT. Alle volte, sono stato troppo duro, altre troppo buono ma, in ogni caso, tutto quello che ho scritto era sentito e ,soprattutto, perchè ho sempre sperato la serie potesse raggiungere livelli sempre più alti. Oggi faccio la Jennifer Morrison della situazione, proprio come lei, ho pensato di unirmi alla prima recensione per chiudere in bellezza questa esperienza e salutarvi come si deve. Grazie di avermi letto, commentato e ,più di tutto, di non avermi odiato. Vi porterò sempre nel mio cuore, uno per uno. Prima di congedarmi, vorrei dirvi che stiamo vivendo tempi molto duri, tempi dove i valori e i sogni stanno scomparendo, sempre più velocemente, e stiamo vivendo dentro ad un mondo vuoto, mateliasta,freddo e senza sentimenti; Un mondo dove un genitore ammazza il figlio o viceversa; Un mondo dove persone che ci dovrebbero rappresentare, non fanno altro che giocare a “chi fa la pipì più lontano”; Un mondo dove la guerra tra popoli è ancora possibile. Ho letto molte persone che hanno criticato la serie senza nemmeno vederla e dire cattiverei davvero assurde. Posso capire la frustrazione di non vedere i personaggi storici della serie, ma quello che più dovrebbe essere apprezzato di questo telefilm è che cerca di trascinarci, anche se per una sola ora a settimana, in un mondo totalmente diverso, dove i sentimenti sono sacri e l'amore vince su tutto. Dovremmo seguirla principalmente per questo motivo e ,poi, anche per i personaggi. Sono pronto a scommettere una cosa: Se siete riusciti ad amare quei personaggi una volta, ci riuscirete anche con questi nuovi. Grazie per avermi ascoltato fino a questo momento, ma è giunto di appendere la scopa al muro. Vi auguro tutto il meglio possibile e ,chi può dirlo, magari ci rivedremo prima di quanto possiate credere. Ricordate sempre: W Once Upon A Time e W tutti noi Oncers. Per l'ultima volta, mi dileguo. Viiiish.
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Novembre 2016
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