Spin,spin,spin: filare streghensioni è una missione oltre,che una passione. Anche questa settimana la rubrica è servita su un piatto cesellato di argento 925-cose-da-demolire. Che cosa state aspettando? Per me non è mai stato un problema assecondare il corso di Once upon a time: qualunque fosse il punto della trama di Tremo in cui mi avrebbe condotto, ero sicura di riuscire a trasformarlo in un piacevole ricordo per via di quella speranza strisciante,ma incrollabile che,schiena dritta e penna con le palle (scusate il finto francesismo), mi ha sempre impedito di appendere al chiodo il cappello a punta e le allitterazioni a gogò. The Guardian è l’episodio che, nei migliori quaranti minuti trasmessi da moltissimo tempo, paradossalmente smentisce tale convincimento, poiché nell’offrire il meglio che potessi aspettarmi a meno quattro dalla chiusura dei battenti, segna il destino del personaggio che,per me, ha significato di più negli ultimi sette anni: Tremonio. Il Signore Oscuro, il pilastro immortale della serie, infine, perirà, eppure gli scribacchini stanno trattando il suo epilogo con spocchiosa sufficienza, come se si trattasse di un infimo dettaglio, adagiandosi mollemente sulla sua incontrovertibilità. Insomma, dopo avergli affidato la nobile impresa di morire nella 7x04 (la litania sul liberarsi del pugnale e soprattutto “ricongiungersi con Belle” è, infatti, soltanto un modo edulcorato nonché ipocrita di sottintendere questo), si è placidamente accantonata la questione, finché venerdì scorso non si è ritenuto necessario ricordarci che questa condanna a morte è definitiva quanto l’addio dello show. Casomai l’esiguo spazio e la scarsa importanza riservati finora a questo congedo permanente potessero illuderci di evitarlo, magari dando il bentornato a Belle nel finale di serie, invece di raccomandare l’anima di suo marito a quel resurrettore clientelista di Zeus, l’infausto promemoria sulle ore contate del Signore Oscuro è stato attivato sia nel flashback che nel presente. E col dolceamaro senno di poi, possedere questa certezza si è rivelato assai più straziante della prospettiva di vederla realizzarsi. Se,difatti, lo scioglimento del vincolo di potere col pugnale fosse dipeso solo da Tremo e non avesse coinvolto nessun altro, inventarsi una scappatoia sarebbe stato tuttora possibile,se non proprio plausibile; tuttavia, ora che le vite di Enrichetto e Licia sono fatalmente compromesse, è pacifico immaginare che l’Oscuro si sacrificherà per salvarne uno o entrambe,come fu per Bae nell’antidiluviana S3. Tale consapevolezza sfiora il limite del tragicomico quando ripenso ad una Reginella, ahimé sempre più rincitrullita dal suo facilone vodoo, che “rompe” con Tremo perché convinta del contrario. Mi domando come abbia potuto non riconoscere nel mentore la disperazione di chi è costretto a sopravvivere al Vero Amore senza il quale non sa vivere, addirittura giudicandolo per aver superato un limite fantomatico quanto arbitrario, quando per sfogare la sua di afflizione mezza Foresta Incantata si è ritrovata maledetta nel crostaceo Maine. Non ce n’è: esigere una comprensione che non è mai stata davvero capace di elargire è e resterà il difetto di fabbrica che, vita natural durante, la ex Regina Cattiva non riuscirà mai a correggere. Se le fosse importato dei trascorsi con Tremo o dell’eventualità che qualcuno potesse averlo in pugno, lo avrebbe accompagnato dal Moro Veneziano, invece di cercare di dissuaderlo dall’affrontarlo, usando per giunta il nipote -sulla carta- e la moglie nell’aldilà a mo’ di ricatto morale; soprattutto perché la sua presunta superiorità sfigura dinanzi alla lealtà dimostrata da Alice a più riprese. Il genuino sodalizio tra la storica compagna di bagordi del Cappellaio ed il Coccodrillo pirate friendly è l’ennesima -smaccata- prova del fatto che se i rapporti di quest’ultimo con la sua famiglia allargata sono un disastro,la colpa è da ripartire senza distinzioni tra tutti i suoi membri. Perché Tremo e Licia sono due estranei, non li legano cioè né il sangue né un’ amicizia/rivalità di lunga data, eppure si sono “custoditi”, guardandosi le spalle a vicenda: da un lato, il Darkone ha protetto la felicità della ragazza nella torre, anteponendola al suo stesso lieto fine,onde evitare di passarle un peso e non un legato; scelta non scontata non tanto per via di chi l’ha compiuta,quanto per le dolorose implicazioni. Se, in effetti, Alice si fosse rivelata l’unico Guardiano in circolazione, impedirle di farsi carico della propria oscurità, malgrado vi fosse destinata, avrebbe potuto significare per Tremo attendere l’equivalente dei settant’anni dietro le quinte dei Delena, prima di vedersi ricambiare il favore ed essere finalmente liberato dal pugnale. Riuscite ad ipotizzare un simile struggimento? Ciononostante,l’Oscuro esita, ma non fallisce la sua prova, poiché nessuno sa quanto lui cosa voglia dire osservare lo scorrere dell’esistenza dalla “torre” dell’immortalità. Immortalità, che pur avendogli consentito di trovare il vero amore,si è tramutata in un insopportabile fardello nell’istante in cui l’ha perduto. Dal canto suo, Alice ha tenuto al sicuro il pugnale dopo averne percepito il richiamo, eco della paura di Tremo, perché sa -benché a livello inconscio- cosa accadrebbe se il Signore Oscuro lo usasse male. Ergo,senza rendersene conto, gliene toglie l’occasione: persino nel non ricordare la sua vera identità, gli ha permesso di non dimenticare chi, in realtà, egli sia, proprio come gli aveva promesso nella grotta degli spiriti. Insieme i due personaggi trasmettono un profondo senso di condivisione; si conoscono perché si riconoscono nel tristezza della separazione dagli affetti, imposta da un male che si portano dentro: un cuore avvelenato da una maledizione e dall’oscurità stessa. ANGOLO DEI FILATORI:
Anche stavolta è tutto. Alla prossima,Oncers!
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Novembre 2016
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