Bentrovati Oncers della mia penna -tecnicamente tastiera- venefica! Incapace di rassegnarmi, ma costretta alla rinuncia coatta ai miei Rumbelle, rieccomi con il mio consueto rendez-vous settimanale con quei raminghi asociali di C’era una volta un certo non so che,che adesso non saprei descrivere di che sa,perché non riesco a riassumere cos’ è. E in verità vi scrivo, la regola del fatidico terzo appuntamento-“terzo”,per via dell’alternanza delle streghensioni- è stata rispettata, perché lo show ce l’ha data...qualcosina da commentare, birbanti! La rivelazione più sconcertante di Wake up call, oltre al fatto che la radio di Enrichetto fosse troppo attempata per trasmettere la canzone quasi omonima di Hilary Duff, arrangiata dalla stessa Cristina D’Avena prima dei duetti vip(ascoltare per credere), riguarda la decisione dello show di arruolare-alla buon ora!- un’antagonista destinata ad una parabola discendente da fiaba, ovvero ad essere punita non per la sua rabbia,bensì dalla sua rabbia, poiché imperdonabile come la mancata qualificazione ai mondiali di calcio degli Azzurri. Ultima acquisto del catalogo della prole vittima della genitorialità anaffettiva, ahimè, dilagante in Once upon a time, Drizella Genoveffa Tremaine è nella sostanza un mefistofelico patchwork di tutti i casi umani di dickensiana vocazione che hanno fatto capolino nella serie: Frankestein, Jafar, la Alice dello spin-off abiurato, i “superstiti” Regina e Tremonio (quest’ultimo secoli di spanne sopra agli altri in tema di genitori cui revocare la patria potestà prima ancora di riuscire a concepire), eccetera verso l’infinito del monte ore dei servizi sociali e oltre. Una versione perfidamente potenziata e migliorata oserei quasi scrivere, nonostante l’accostamento dissonante con la Regilagna dei flashback piagnoni. Dissonante e non coincidente come si potrebbe indovinare di primo acchito, perché la neo apprendista Sith della FTL possiede solo in apparenza così tanto in comune con la Regina Cattiva in pensione da non averci, in effetti, nulla da spartire. A renderle pericoli pubblici numeri uno è l’essere partite entrambe un cuore spezzato sanguinante nel petto e l’avere elemosinato le briciole dell’affetto di due madri troppo prese da se stesse, assecondandole al limiti dell’umiliazione,però finisce lì. Tanto per cominciare l'allieva non ha mai nutrito dubbi su chi bersagliare con la sua vendetta; ergo,stavolta nessuna fanciulla -bianca o meno come la neve, incapace però come tutti gli infanti di tenersi un cecio in bocca- entrerà nello schedario di Save the Children per l’infanzia violata dalla cattiva di stagione che non sapeva con chi prendersela o non voleva perseguitare chi avrebbe dovuto (leggi: Regina accanita contro Snow,invece di Cora). Mentre la catfight della figliastra vs matrigna è già stata ingaggiata dall’anonima Cenerella e Super Vicki, con buona pace delle mie sinapsi che,a furia di ricicli narrativi,rischiavano di sovrapporre le trame fino a confonderle! Più giovane della sua mèntore part-time -l’addestramento Jedi è durato all’ incirca mezza giornata-Drizella ha avuto materialmente lo stesso tempo della fu figlia di mugnaia per accumulare disgrazie altrui, ovvero l’equivalente dell’età di Lucy più i preliminari dei suoi genitori, ciononostante l’imperscrutabilità delle sorti dello show e la chiusa dell’episodio mi lasciano sperare di aver bypassato la sequela di digressioni temporali strappalacrime, volte a passarle il testimone di regina del mainagioia di Ouat. La scoperta di essere stata considerata dalla madre nulla più di una donatrice di organi di ricambio per la prediletta sorella defunta, sulla falsa riga della sinossi del film La custode di mia sorella, deve essersi rivelato obiettivamente traumatico, ma solo se tale circostanza si limiterà a spiegare il personaggio, senza per forza giustificarlo né tanto meno redimerlo,il suo potenziale resterà intatto, esprimendosi al meglio. Potenziale che consiste nel non aver MAI conosciuto l’amore. Non mi riferisco soltanto all’ amore negatole da quella campionessa di disumanità della madre, piuttosto all’ amore che, in quanto figlia, Drizella era comunque ansiosa di donarle, perché i figli nascono programmati per amare chi li ha messi al mondo o cresciuti come carne della propria carne, e solo il rifiuto, di qualunque tipo, è capace di tramutare quel sentimento incondizionato in odio. Nell’ istante in cui ha annerito volontariamente il suo cuore, Drin Drin non ha solo impedito alla donatrice di metà del suo Dna di resuscitare la sorella dall’ altrettanto fastidioso accento britannico, ma si è anche liberata del gravoso fardello rappresentato da un’emozione che le ha procurato solo dolore,non essendo mai stata corrisposta. Con tutto il dovuto rispetto,ma pure il tutorial di magia boschiva serviva più alla docente per sentirsi utile che alla discente per scoprirsi voluta. Il buono che c’era in questa cattiva ha finito con l’appassire come i fiori che non si sa a chi regalare o che nessuno è disposto ad accettare. E’ qui che risiede la fondamentale differenza con Reginella e le altre progenie bistrattate elencate prima,seppure con degli precisi disitnguo. Cora sarà stata un’arrampicatrice sociale,scuoratrice seriale e assetata di potere,ma persino quando non aveva –letteralmente- un cuore nel petto oppure bruciava all’inferno ha dimostrato di amare sua figlia al punto che quest’ultima ha dovuto esiliarla in una dimensione al di là di uno specchio pur di recidere un legame malsano,eppure opprimente per l’influenza che comunque esercitava. Reginella,a sua volta, ha scagliato la maledizione oscura allo scopo di “condividere” un’infelicità che avrebbe potuto risparmiare a se stessa e noialtri se avesse colto una delle ventordici occasioni mancate di fare dietrofront (Robin Hood in testa); tuttavia, tale decisione si è rivelata solo l’atto conclusivo di un passaggio al lato oscuro frenato fino all’ultimo dalla presenza di Lord Henry e dal ricordo di Daniel. Il suo successivo rehab,poi, è stato possibile perché c’era un’intera gang familiare a coprirle le spalle. Drizella,al contrario,non ha goduto di un simile privilegio,stando alle informazioni finora pervenuteci. Come il Dott. Frankestein si è vista preferire la sorella maggiore, come Alice ha dovuto sopportare la freddezza insensata dell’unico genitore che le fosse rimasto e addirittura subirne il disprezzo per il solo fatto di esistere come Jafar, ma a dispetto di questi tre esempi la sorellastra di Cenerella non ha rubato la magia, non si è trasferita in un paese di finte meraviglie né ha riscritto le regole della magia pur di dimostrarsi degna di quella tenerezza che non le avevano mai riservato. Ispirandosi liberamente all’avenger per eccellenza, alias il DarkOne del mio cuore, lei si è semplicemente impegnata a punire chi si era rifiutata di dargliela, quando oramai non le interessava più ottenerla,non avendone bisogno perché aveva potuto contare unicamente su se stessa, proprio come Tremonio. Perché quello che non ti uccida,ti stronzifica. Sarebbe un vero peccato se un dramma shakesperiano di simile portata venisse sminuito da un soluzione conciliativa a mo’ di telenovela con in sottofondo All you need is love.
La credibilità di Drizella come villica principale-e degli scribacchini- dipende da questo. Ci serve che resti vendicativa com’ è e soprattutto per sua scelta (e non per sopraggiunta insanità mentale tipo Crudelia). Varie ed eventuali:
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Novembre 2016
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